Matthias Buchinger



L'immagine completa dell'autoritratto di Matthias Buchinger, realizzato nel 1724, è un'incisione anonima del XVIII secolo conservata nella collezione del Metropolitan Museum of Art di New York. In questa opera, la parrucca di Buchinger è composta da sette salmi completi e dal Padre Nostro, scritti in micrografia, una tecnica che utilizza linee di testo minuscole per formare motivi o forme. Questa incisione è stata esposta nella mostra "Wordplay: Matthias Buchinger's Drawings from the Collection of Ricky Jay"

Talento, ingegno e meraviglia: il mondo segreto del piccolo uomo di Norimberga

Cari amici lettori,
ancora una volta desidero proporvi una lettura affascinante e straordinaria.
Quella che segue, infatti, è una delle storie più incredibili che possiate immaginare.

Parleremo di magia, di talento e di quegli artisti del passato che hanno lasciato un segno indelebile nella storia.
Il protagonista di oggi non solo ha lasciato un segno, ma un vero e proprio solco, tanto che, a distanza di secoli, il suo nome continua a far parlare di sé.

Nato alla fine del Seicento, era conosciuto da tutti come “Il piccolo uomo di Norimberga”.
Sto parlando di Matthias Buchinger, un artista straordinario la cui vita e le cui opere continuano ancora oggi a stupire e ispirare.

Prima di proseguire, è importante ricordare ai lettori che alcune delle curiosità presenti in questo articolo potrebbero oggi sembrare banali o scontate. Tuttavia, vi invito a considerare il periodo storico di cui parliamo: un’epoca in cui saper leggere o scrivere non era affatto comune, e i bambini nati con disabilità venivano spesso nascosti alla società o, nei casi più tragici, condannati alla morte.

In questo contesto, la figura di Matthias Buchinger, affetto da focomelia, assume un significato ancora più straordinario. Detto questo, possiamo finalmente addentrarci in una storia straordinaria, ricca di fascino e meraviglia. Mettetevi comodi… e buona lettura!

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Biografia
Matthias Buchinger nacque ad Ansbach, in Germania, il 3 giugno 1674, ultimo di nove figli di una famiglia modesta.
Nato senza mani né gambe, e con due piccole appendici simili a pinne al posto delle braccia, trascorse i primi anni della sua vita nascosto, come purtroppo accadeva spesso in quell’epoca.

Con il tempo, però, i suoi genitori compresero le sue straordinarie capacità e gli insegnarono a leggere e scrivere. Buchinger si rivelò presto un ragazzo di eccezionale intelligenza e grande talento artistico: imparò a scrivere e dipingere con una precisione sorprendente, nonostante le sue menomazioni.

Era alto circa 74 centimetri e, per questo, divenne conosciuto come “il piccolo uomo di Norimberga” (Little Man from Nuremberg). Nei primi decenni del XVIII secolo si esibì nelle corti di diversi paesi europei, dove mostrava le sue incredibili abilità.

Non veniva considerato un fenomeno da baraccone, bensì un uomo di cultura, ammirato e rispettato da nobili e letterati per la sua straordinaria mente e il suo talento poliedrico.
Oltre alle arti figurative, era in grado di suonare diversi strumenti musicali, usare armi da fuoco, costruire modellini di navi in bottiglia e di esibirsi come illusionista, specialmente nei giochi di prestigio con i bussolotti.

Dopo aver stupito più volte i sovrani tedeschi con le sue abilità, nel 1716 Buchinger decise di spingersi oltre i confini della Germania e si trasferì a Londra, dove ebbe occasione di esibirsi davanti a Re Giorgio I di Gran Bretagna.
Negli anni successivi si stabilì in Irlanda, lasciando tracce della sua presenza a Dublino nel 1720 e a Belfast nel 1722. Più tardi, nel 1737, tornò ancora a Dublino, segno che l’isola ebbe per lui un richiamo particolare.

Nel corso della sua vita si sposò tre volte e fu padre di quattordici figli, un aspetto che testimonia, oltre al suo talento, anche la sua straordinaria vitalità e umanità.

Carriera e attività
Buchinger fu un autentico poliedrico dell’arte e dell’intrattenimento: maestro nella micrografia, abilissimo calligrafo e incisore, illusionista capace di sorprendenti giochi di prestigio, musicista polistrumentista, ginnasta adattato alla sua condizione, esperto tiratore e creatore di oggetti curiosi come modellini all’interno di bottiglie. La sua fama si diffuse in molte corti e città d’Europa, dove i nobili e il pubblico ammiravano il suo talento unico. Negli anni successivi stabilì la sua base in Inghilterra e infine si trasferì in Irlanda, esibendosi in spettacoli pubblici a Dublino, Cork, Belfast e altre città.

La sua peculiarità artistica più sorprendente fu la micrografia, una tecnica che Buchinger padroneggiò con straordinaria maestria. Tra le opere più notevoli vi sono i suoi disegni e incisioni, raffiguranti ritratti o paesaggi, così ricchi di minuscoli dettagli da richiedere spesso l’uso di una lente di ingrandimento per poterli apprezzare appieno.




Esempio lampante di questa abilità è il suo autoritrattto: i riccioli della parrucca, a prima vista solo una decorazione elegante, sono in realtà composti da microscopiche scritte che riportano i versi di alcuni salmi della Bibbia. In quest’opera, ogni dettaglio dai capelli agli abiti fino agli oggetti sullo sfondo è costruito con precisione maniacale, trasformando l’immagine in un mosaico di parole. L’autoritratto non è solo un ritratto visivo, ma un vero e proprio esempio di meticolosità, ingegno e devozione, dove calligrafia, incisione e composizione grafica si fondono armoniosamente.





Dettaglio dei riccioli del suo celebre autoritratto, composti da minuscole scritte

Premi e riconoscimenti
Nel senso moderno del termine, Buchinger non ricevette mai premi formali o riconoscimenti istituzionali. La sua “ricompensa” più grande fu invece la fama e l’ammirazione del pubblico: appellativi come “il più grande tedesco vivente” e il celebre soprannome “il piccolo uomo di Norimberga” testimoniano il rispetto e la curiosità che suscitava già ai suoi tempi. Nei secoli successivi, la riscoperta delle sue opere e della sua straordinaria abilità artistica ha consolidato ulteriormente la sua reputazione, trasformandolo in una figura celebrata e studiata come artista e poliedrico talento del passato.

Curiosità
Abilità sorprendenti: Buchinger riusciva a scrivere, disegnare, infilare aghi, farsi la barba, suonare strumenti e persino lanciare palle o sparare con pistole da tavolo, tutto usando i suoi arti residui e la bocca o il mento. Le stampe d’epoca ritraggono numerose vignette che mostrano queste incredibili capacità, testimonianza della sua straordinaria destrezza e ingegno.

Vita sentimentale leggendaria: le cronache popolari e i biografi successivi raccontano di una vita amorosa intensa e turbolenta. Alcune fonti attribuiscono a Buchinger decine di relazioni, sebbene certe cifre siano probabilmente esagerate e simboliche della sua fama di seduttore. Si Si sposò più volte e ebbe diversi figli.

Maltrattamenti: Secondo alcune storie, la sua seconda moglie lo lasciò a causa dei maltrattamenti: Si racconta che Buchinger si sia lasciato con la sua seconda moglie perché lei lo accusava di maltrattamenti. Secondo alcune fonti, la buttava per terra, la bloccava salendo sul suo petto e la schiaffeggiava con i suoi moncherini.

Frontespizi personalizzati: Fin da ragazzo, Buchinger dimostrava talento e intraprendenza: realizzava frontespizi personalizzati per rilegatori di libri e per privati, riuscendo così a racimolare qualche soldo. Crescendo, trasformò questa abilità in una vera attività commerciale: nel XVIII secolo vendeva stampe personalizzate, lasciando spazio per dediche e la propria firma. Alcune delle sue incisioni venivano diffuse come vere e proprie curiosità, amate da collezionisti e mercanti di stampe, contribuendo a consolidare la sua fama in tutta Europa.

Morte: Buchinger morì a poco meno di sessant’anni, un’età considerata piuttosto longeva per l’epoca. Negli ultimi anni della sua vita strinse amicizia con un professore universitario irlandese, curatore di un museo e interessato al suo caso. Secondo le cronache, Buchinger gli disse: “Quando morirò, del mio corpo farai ciò che vuoi”. In effetti, il professore conservò il corpo e lo scheletro dell’artista rimase nell’università per circa un anno; tuttavia, dopo gli anni 1830‑1840 se ne perse completamente traccia. Ad oggi non esiste una tomba documentata di Matthias Buchinger, e quindi non è possibile lasciare un fiore sul suo luogo di sepoltura.

Negli ultimi anni l’arte e la figura di Buchinger hanno ricevuto nuova attenzione. Nel 2016, il Metropolitan Museum of Art di New York ha organizzato la mostra Wordplay: Matthias Buchinger’s Drawings From the Collection of Ricky Jay, esponendo sedici opere raccolte in trent’anni dall’illusionista e scrittore Ricky Jay, grande appassionato della figura di Buchinger. Nel 2018 gli è stato dedicato un libro pubblicato dal prestigiatore e scrittore Alex Rusconi, mentre l’anno successivo il giornalista Gian Antonio Stella, con la consulenza dello stesso Rusconi, ha dedicato a Buchinger alcune pagine del suo libro Diversi (Solferino, 2019).

Opere
Non esiste un catalogo completo delle opere di Buchinger, ma tra i suoi lavori più affascinanti si possono citare:

Autoritratti e incisioni in micrografia: ritratti e stampe in cui i riccioli dei capelli o i bordi degli abiti sono composti da minuscoli versetti o preghiere. Ogni dettaglio è realizzato con una precisione che trasforma la grafica in un vero mosaico di parole.

Alberi genealogici in micrografia: elaborati schemi familiari costruiti con la stessa tecnica meticolosa, dove anche i più piccoli tratti raccontano storie di legami e discendenze.

Piccoli oggetti calligrafici: anelli, cartelline e foglietti contenenti testi microscopici, come preghiere o passi religiosi, tutti realizzati con una cura incredibile e destinati a essere ammirati da vicino.

Modelli in bottiglia: Buchinger creava anche scenette tridimensionali, come modellini di minatori al lavoro, racchiusi all’interno di bottiglie, anticipando una tradizione che sarebbe diventata famosa secoli dopo.

Molte delle sue opere sono oggi sparse in collezioni pubbliche e private, ma la loro grandezza rimane evidente: ogni pezzo riflette un equilibrio straordinario tra abilità manuale, ingegno creativo e sensibilità artistica, testimoniando la mente brillante e curiosa di un artista che ha saputo trasformare ogni piccolo dettaglio in meraviglia.

Ultimi anni e morte
Buchinger trascorse gli ultimi anni della sua vita in Irlanda, probabilmente a Cork, dove continuò a disegnare e a esibirsi, consolidando la fama acquisita in tutta Europa. Morì verosimilmente nell’agosto del 1739, anche se alcune fonti indicano il 17 gennaio 1740; la discrepanza è dovuta a documentazione frammentaria e trasmissioni biografiche successive. La sua attività documentata si concentra fino agli anni ’20 - ’30 del XVIII secolo, con permanenze finali nel Regno Unito e in Irlanda. La figura di Buchinger è divenuta nel tempo un simbolo straordinario di come abilità tecniche e intraprendenza possano trasformare una grave disabilità in successo artistico e sociale. La sua eredità risiede non solo nella straordinaria destrezza "manuale" e nelle abilità artistiche e calligrafiche, ma anche nell’ingegno compositivo e nella capacità di coniugare arte, spettacolo e cultura in un modo unico, che continua a ispirare studiosi e appassionati di arte e micrografia.

Conclusione
La figura di Matthias Buchinger è l’incarnazione perfetta del celebre detto: volere è potere. In una situazione simile alla sua, con tutte le difficoltà che affrontava, molti di noi si sarebbero arresi prima ancora di provare a fare magia, suonare strumenti o realizzare ritratti così precisi e impeccabili e ricordiamo che Buchinger faceva tutto questo principalmente con l'uso della bocca. La sua storia va ricordata ogni giorno, non solo per l’eccezionalità delle sue abilità, ma anche come lezione di vita: nessuno nasce già perfetto o dotato di talenti innati. Tutti abbiamo qualche limite o difficoltà, e anche chi possiede una vocazione o una passione per una disciplina deve affidarsi alla costanza, all’impegno e alla perseveranza per definire se stesso e migliorare in ciò che ama. Buchinger non aveva solo una mente geniale, ma anche una determinazione straordinaria: fin dall’inizio sapeva chi voleva essere e dove voleva arrivare, e ci riuscì. Dopo 351 anni, il suo nome è ancora vivo, le sue opere continuano a stupire, e la sua storia ci ispira: se oggi ne parliamo e gli dedichiamo spazio, un motivo c’è.

Per chi desidera approfondire la straordinaria storia di Buchinger, consiglio caldamente il libro di Alex Rusconi, Matthias Buchinger, il piccolo meraviglioso uomo di Norimberga, disponibile per l’acquisto su Amazon.

Nota sulle fonti
Desidero precisare che le informazioni riportate in questo articolo sono frutto di un’attenta ricerca condotta attraverso fonti attendibili, tra cui biografie ufficiali, testi storici e portali specializzati in illusionismo e storia dello spettacolo. Alcuni contenuti sono stati consultati anche su Wikipedia e verificati, per quanto possibile, con fonti incrociate.

Ci tengo a sottolineare che non sono uno storico: lo scopo di questo blog è offrire una panoramica accessibile degli artisti del passato, permettendo a chiunque di conoscere le loro vite, le loro opere e le sfumature delle loro storie a portata di clic.

Invito chiunque voglia segnalare integrazioni, correzioni o approfondimenti a lasciare un commento nello spazio dedicato.

Grazie per il vostro prezioso contributo alla qualità e alla precisione dei contenuti.

Vi saluto e vi ricordo che il nostro prossimo appuntamento è per sabato prossimo. Non mancate!

Con affetto e stima.

-KID-


 

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