Giuseppe Pinetti: il gentiluomo che portò la magia nei salotti dell’élite

Foto reperita da: Prestigiazione.it 

Tra automi, giochi di prestigio e titoli inventati: curiosità e segreti di uno dei padri dell’illusionismo moderno.


Cari amici lettori, continuiamo il nostro viaggio nella storia della prestigiazione, ricordando i grandi esponenti del mondo magico che hanno scritto le pagine della magia. Oggi faremo un salto indietro di 275 anni per ricordare Giovanni Giuseppe Bartolomeo Vincenzo Pinetti, colui che nobilitò l'arte magica. Fisico e matematico, Pinetti impostò le sue esibizioni su basi fisiche e meccaniche. Scopriremo tutti i dettagli più avanti, ma prima voglio sottolineare che non sono uno storico. Ciò che seguirà sono curiosità facilmente reperibili online, ma il mio intento è riunire le informazioni più attendibili in un'unica lettura, per darvi un'idea chiara di chi fosse Pinetti.

Se desiderate approfondire, vi consiglio vivamente l'opera di Alex Rusconi, studioso e storico dell'arte magica, intitolata "Pinetti, l'illusionista che nobilitò l'arte magica", pubblicata il 28 maggio 2022. Questo libro include la biografia di Giuseppe Pinetti, documenti storici e immagini inedite, rappresentando un significativo contributo alla storia della magia e dell’illusionismo.

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Biografia
Giovanni Giuseppe Bartolomeo Vincenzo Pinetti, meglio conosciuto come Pinetti, nacque il 3 gennaio intorno al 1750 in Toscana, figlio di Luigi Bartolomeo Merci ed Elisabetta Lavenzi. Fin da giovanissimo iniziò a esibirsi nei salotti privati e sui palcoscenici.

Si presume sia stato un fisico e matematico, fu contemporaneo di Cagliostro, ma a differenza di quest’ultimo fondò le proprie esibizioni su principi fisici e meccanici. Le sue performance, definite “magia bianca”, si distinguevano dai trucchi dei ciarlatani che millantavano poteri soprannaturali con fini ingannevoli.

La sua carriera ebbe origine a Roma, dove iniziò eseguendo giochi e dimostrazioni per gli studenti, presentandoli come esperimenti scientifici. Il successo ottenuto lo spinse a riproporli anche a conoscenti e successivamente al grande pubblico, introducendoli nei teatri con la veste di “esperimenti” per conferirgli un’aura di rigore scientifico. Diversamente dai prestigiatori da strada, Pinetti portò le sue esibizioni nei salotti e nei teatri, arricchendole con apparati preziosi e spettacolari “gabinetti di curiosità”, contribuendo così alla nascita del modello moderno di spettacolo magico d’élite. Raggiunse la piena maturità artistica intorno ai trent’anni e ottenendo notorietà in tutta Europa.

Carriera
Negli anni Settanta e Ottanta del Settecento Pinetti iniziò a esibirsi in Italia, Francia e Germania, ottenendo grande notorietà soprattutto a Parigi, dove portò in scena spettacoli che univano illusionismo, automi meccanici e “esperimenti di fisica ricreativa”. Dopo un periodo in Svizzera, ebbe grande successo in Germania nel 1782, esibendosi sotto lo pseudonimo di Joseph Pinetti, “professore di matematica di Roma”. La sua figura si distingueva per eleganza e raffinatezza: vestiva come un gentiluomo e si presentava come scienziato e conferenziere, prendendo così le distanze dall’immagine del giocoliere da fiera. Tra i suoi numeri più celebri figuravano automi in grado di scrivere e suonare, giochi di carte che apparivano e sparivano, oggetti che si muovevano autonomamente, oltre a esperimenti basati su lanterne magiche e apparecchi ottici.

Grazie al suo talento, visse nell’agiatezza e nel lusso, e nel corso della carriera si attribuì numerosi titoli altisonanti come “Cavaliere M. Giuseppe Pinetti Wildal de Mercì”, “Cavaliere dell’Ordine Tedesco del Meritevole Filippo”, “Professore di Matematica e filosofia naturale”, “Pensionato della Corte di Prussia”, “protetto di tutta la Reale famiglia di Francia” e “membro dell’Accademia Reale di Scienze e Belle lettere di Bordeaux” che però costituivano una messa in scena utile ad attirare spettatori e clienti. Lo sfarzo che ostentava irritò Federico II di Prussia.

Premi e riconoscimenti
Giuseppe Pinetti, a differenza di quanto accade oggi con i grandi illusionisti, non ricevette premi ufficiali o riconoscimenti formali. Eppure, le testimonianze che ci sono arrivate parlano di un prestigio enorme: a Parigi fu definito magicien de cour perché si esibì davanti a Luigi XVI e continuò a essere apprezzato anche durante il Direttorio e il Primo Impero francese. A Londra, tra il 1784 e il 1785, ebbe l’onore di presentare i suoi spettacoli davanti a re Giorgio III e alla famiglia reale britannica. E a San Pietroburgo lo zar, rimasto affascinato dalle sue magie, arrivò persino a donargli un anello e una medaglia tempestata di diamanti come segno di gratitudine.

Non furono “premi” nel senso moderno del termine, ma gesti simbolici che raccontano molto meglio di una targa o di un diploma quanto Pinetti fosse rispettato e celebrato nelle più importanti corti europee del suo tempo.

Curiosità
Amava attribuirsi titoli altisonanti (come cavaliere, professore di matematica e filosofia naturale, pensionato di corti reali e membro di accademie), che in realtà erano frutto di pura fantasia e servivano ad accrescere la sua aura di prestigio presso il pubblico.

L’espulsione da Berlino
Il suo ostentato lusso irritò Federico II di Prussia: quando il re lo vide transitare a Berlino su una carrozza troppo sfarzosa, scoprendo che si trattava di un mago in tournée, gli intimò di lasciare la città entro 24 ore.

La rivalità con altri maghi
Alcuni prestigiatori, come Nicolas-Philippe Ledru (detto Comus), lo accusarono di plagio e di svelare troppi trucchi nei suoi scritti. Pinetti, dal canto suo, cercava sempre di proteggere le proprie invenzioni presentandole come “esperimenti scientifici”.

Un illusionista “di scienza”
Fu tra i primi a presentarsi come “professore di fisica amena”, unendo illusionismo e scienza. In questo modo diede all’arte magica una veste rispettabile, facendo da precursore a illusionisti come Robert-Houdin.

Amusements physiques (1784)
Nel suo libro descriveva giochi di prestigio e automi, ma alcune spiegazioni erano volutamente incomplete o fuorvianti: probabilmente per incuriosire il pubblico senza rivelare del tutto i segreti dei trucchi.

Reazioni contrastanti Amato e ammirato dal pubblico aristocratico, fu allo stesso tempo criticato da scienziati e intellettuali che lo consideravano un “imbroglione elegante”, a metà strada tra intrattenitore e ciarlatano.

Opere
Nel corso della sua carriera Pinetti si dedicò anche alla scrittura, pubblicando diverse opere che contribuirono alla diffusione delle sue invenzioni e alla sua fama internazionale. Tra le principali ricordiamo:

Amusements physiques (Parigi, 1784) La sua opera più celebre, tradotta in varie lingue e più volte ristampata. Contiene la descrizione di giochi di prestigio, esperimenti di “fisica ricreativa” e trucchi con automi e apparecchi ottici. È considerato uno dei primi manuali moderni di illusionismo.

Physical Amusements and Diverting Experiments (Londra, 1784-1785 ca.) Traduzione e adattamento in inglese di Amusements physiques, destinata al pubblico britannico.

Die Physikalischen Belustigungen (Berlino, 1785 ca.) Edizione tedesca del suo manuale, che contribuì a diffondere le sue invenzioni in area germanica.

Récréations physiques Titolo di alcune ristampe e adattamenti francesi, che riproponevano i contenuti di Amusements physiques.

Ultimi anni e morte
Dopo aver incantato il pubblico delle grandi capitali europee, dagli sfarzosi teatri parigini alle corti di Londra e Berlino, Giuseppe Pinetti scelse di spostarsi sempre più a est, fino a stabilirsi in Russia. A San Pietroburgo trovò un terreno fertile per la sua arte: gli aristocratici e lo zar stesso ne apprezzavano i giochi di prestigio, tanto da ricoprirlo di doni e riconoscimenti.

Eppure, con il passare degli anni, la scena dell’illusionismo cominciava a cambiare. Nuovi artisti si facevano avanti, proponendo spettacoli ancora più sorprendenti e moderni. Pinetti, che per tutta la vita aveva saputo reinventarsi come “professore di fisica amena”, cercò di mantenere il suo prestigio, ma l’eco dei fasti parigini e londinesi iniziava ad affievolirsi.

La sua vita si concluse proprio a San Pietroburgo, intorno al 1800. Nonostante le incertezze sulle circostanze precise della sua morte, si racconta che i suoi ultimi anni furono meno brillanti rispetto all’agiatezza e al lusso che aveva ostentato nel periodo di massima fama. Rimane però il ricordo di un uomo che, con ingegno e spirito teatrale, seppe trasformare la magia in un’arte rispettabile, aprendo la strada all’illusionismo moderno.

Concludo qui questo articolo dedicato a Giuseppe Pinetti. Come sempre, ho cercato di raccogliere i fatti più sorprendenti e curiosi, ricordando al lettore che non essendo uno storico, il mio intento non è quello di offrire un’analisi accademica, ma piuttosto una panoramica accessibile e piacevole. L’obiettivo è dare a chi è appassionato o semplicemente curioso la possibilità di conoscere, in modo semplice e immediato, una figura che ha lasciato un segno nella storia della magia.

Spero che anche questo contributo sia stato apprezzato e che possa arricchire il vostro bagaglio di “letteratura magica”. In fondo, lo scopo di questo blog è proprio questo: raccontare e raccogliere i grandi protagonisti che hanno davvero scritto la storia dell’illusionismo, mettendoli a portata di clic.

*Desidero precisare che alcune delle informazioni riportate sono state tratte da fonti attendibili, tra cui Wikipedia e come sempre, vi invito a segnalare eventuali inesattezze o integrazioni nel box commenti. Vi ringrazio fin da ora per la vostra collaborazione.

Vi saluto e vi ricordo che il nostro prossimo appuntamento è per sabato prossimo. Non mancate!

Con affetto e stima.

-KID-

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