Quando dire basta fa la differenza: la mia lotta per non restare in silenzio.

 

Immagine reperita da: ILPENOBRA'S BLOG

"Denunciare un’ingiustizia non è vendetta: è responsabilità. Per sé e per chi verrà dopo."
-KID-

Cari amici lettori, bentrovati!
Siamo arrivati all’ultimo sabato del mese e, come di consueto, desidero condividere con voi un’esperienza personale. Sono felice di notare che proprio questi articoli sono tra i più letti, e questo mi incoraggia a continuare su questa strada.

Racconto queste esperienze perché credo possano essere di grande aiuto a chi, come me, ha scelto di intraprendere un percorso artistico. Come in ogni cammino, anche in questo non mancano le difficoltà: a volte si presentano ostacoli insidiosi, che possono risultare davvero frustranti. Affrontarli non è semplice, e in certi momenti mantenere la calma e il controllo di sé fa davvero la differenza.

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Per proseguire con l’articolo, occorre fare un piccolo salto indietro nel tempo: il 27 aprile 2024, sul mio blog, è uscito un articolo intitolato “Il vero teatro della vita: Riflessioni di un Artista”, che vi invito a leggere per comprendere meglio l’intera vicenda. In ogni caso, cercherò di riassumerla brevemente.

Il 27 luglio 2023 contatto S.O. per ordinare un’attrezzatura piuttosto costosa, necessaria per i miei show. In passato avevo sempre acquistato da negozi o privati senza mai avere problemi, ma questa volta le cose andarono diversamente.

Come spesso accade, all’acquisto fu richiesto un piccolo acconto cosa del tutto normale e infatti lo versai senza esitazione. Dopo qualche settimana, S.O. mi ricontatta chiedendomi:
Ciao, sei ancora interessato?
Risposi: “Ma certo, anche perché le ho già inviato l’acconto.
Lui replicò: “Perfetto, perché il 25 agosto ti arriva.

A quel punto mi chiese di effettuare il saldo. Lo feci poco dopo, sempre con fiducia, ma il 25 agosto non arrivò nulla. Il 6 settembre effettuai un secondo pagamento e fu proprio lì che commisi il mio errore più grande: non avrei mai dovuto inviare il saldo senza prima aver ricevuto la merce.

Da lì passarono i giorni, poi i mesi. Cercai più volte di ricontattarlo, sia tramite messaggi che con qualche telefonata. Ogni volta ricevevo scuse diverse per giustificare il ritardo nella consegna. Una delle più frequenti era che l’azienda grafica stava accumulando ritardi.

In quei momenti non volevo pensare al peggio, così continuai a dare fiducia, sperando che la situazione si risolvesse nel migliore dei modi. Ma il 2 ottobre gli scrivo nuovamente per cercare di capire come stessero realmente le cose: nessuna risposta.

Il giorno dopo, il 3 ottobre, copio e incollo lo stesso messaggio. La sua risposta?
Ti chiamo domani.Spoiler:  il giorno dopo non arrivò nessuna chiamata.

Sempre il 3 ottobre, invio un messaggio più deciso: gli do un ultimatum, dichiarando che avrei richiesto il rimborso o, in alternativa, sarei ricorso alle vie legali.

Probabilmente pensava che stessi bluffando, che non avrei mai avuto il coraggio di andare fino in fondo. Quando ti ritrovi in una situazione del genere, cerchi naturalmente il consiglio di amici o colleghi. Fu così che venni a sapere che S.O. era un truffatore seriale. Molti lo conoscevano, ma alla fine quasi tutti avevano lasciato perdere, evitando di intraprendere azioni legali.

Io, però, ero divorato dalla rabbia. Ero deciso: per principio, quella volta non avrei lasciato correre. Scelsi di denunciare. Mi rivolsi al mio legale e, nel frattempo, feci probabilmente tra le cento e le duecento telefonate ad amici e colleghi per cercare di risalire all’indirizzo di quel codardo. Quando finalmente riuscii a trovarlo, mi precipitai dallo studio del mio avvocato.

Il primo passo fu una lettera bonaria, alla quale lui rispose dopo qualche settimana con delle scuse assurde. A quel punto iniziammo una sorta di “contrattazione” per cercare di ottenere la merce, dandogli altre possibilità prima di procedere formalmente. Ma lui continuava con le sue solite scuse.

Alla fine, insieme al mio legale, decidemmo di andare avanti con la denuncia. Raccolsi tutti i messaggi, gli storici dei bonifici e segnalai anche che vendeva merce tramite un gruppo WhatsApp.

Dopo aver presentato la denuncia, passarono i giorni, le settimane, i mesi. Intanto parlavo con amici e parenti a cui avevo raccontato la vicenda, e quasi tutti mi dicevano che stavo solo perdendo tempo, che quei soldi ormai erano andati, che non ne valeva la pena.

Ma io non l’ho fatto per i soldi.
L’ho fatto per principio.
Qualcuno, prima o poi, doveva fermare quel truffatore seriale che, per giunta, prestava servizio nelle forze dell’ordine. Tutta questa storia, a raccontarla, sembra assurda. Eppure è la realtà.

Poi, un bel giorno a circa due anni dalla denuncia ricevo una chiamata dal mio legale: ero riuscito a ottenere ciò che volevo. Non posso entrare nei dettagli, ma posso dirvi che ho riavuto indietro i miei soldi. È stata una soddisfazione enorme.

E se ve lo state chiedendo: no, la denuncia non è mai stata ritirata.
Resterà lì, al suo posto, come promemoria.
Chissà, magari gli passerà la voglia di continuare a truffare persone oneste.

Penso che questo articolo possa concludersi qui.
Quello che ho imparato sulla mia pelle è che bisogna sempre andare fino in fondo, anche quando sembra difficile o inutile. E, a volte, non ascoltare chi ti dice di lasciar perdere è la scelta migliore: se avessi seguito quei consigli, se mi fossi rassegnato all’idea di essere stato truffato, oggi quei soldi li avrei persi davvero. E non riuscivo ad accettarlo.

Mi auguro, come sempre, che anche questo articolo vi sia stato utile e che nelle mie parole possiate trovare un po’ di coraggio il coraggio di denunciare le ingiustizie e di avere fiducia nella legge. Perché sì, lo sappiamo tutti: in Italia la burocrazia non corre come vorremmo, ma il tempo è galantuomo, e prima o poi le risposte arrivano.

Questo è l’articolo che conclude la storia iniziata il 27 aprile 2024. E devo ammettere: speravo davvero di poterlo scrivere.

Vi saluto e vi ringrazio per aver letto fino alla fine.
Vi ricordo che il nostro prossimo appuntamento è per sabato prossimo non mancate!

Con stima e affetto,

-KID-

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