Quando l’esperienza parla: le sfide e le decisioni che definiscono un artista.
L'arte è il dono che offriamo al pubblico, ma la vera bellezza risiede nella cura con cui scegliamo dove e come offrirla.
Cari amici lettori, ben ritrovati in questo nuovo articolo! Come di consueto, oggi condividerò alcune delle mie esperienze personali e professionali nel mondo dell'arte. Ogni ultimo sabato del mese, sono entusiasta di raccontarvi le mie storie e sono felice di sapere che apprezzate questi “racconti”.
Entriamo subito nel vivo della questione. Buona lettura!
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Non è la prima volta che il discorso di come avviene un ingaggio da parte dei miei clienti. Negli articoli precedenti abbiamo già esplorato questo tema, ma oggi voglio chiarire cosa accade quando si accumula esperienza e come si può valutare rapidamente la fattibilità di un evento.
So che così può sembrare poco chiaro, ma nelle prossime righe cercherò di spiegare meglio cosa intendo. Tutto inizia con una telefonata avvenuta martedì 25 marzo. Giovanni mi contattò per chiedere la mia disponibilità per un evento che, a suo dire, era molto importante e avrebbe avuto una durata di 14 giorni. Si trattava di un evento che aveva persino attirato l'attenzione di alcune televisioni locali.
*Anche in questo caso, vi invito a prestare attenzione: non lasciatevi prendere dalle parole che vi vengono dette e non prendete decisioni affrettate a causa dell'eccitazione del momento.
La sua richiesta prevedeva un doppio spettacolo: uno per bambini e uno per adulti. Avrei dovuto esibirsi all'interno di un parco, dove era previsto anche un palco. Inoltre, mi chiedeva di coinvolgere altri artisti in diverse giornate.
Di solito mi occupo personalmente della gestione degli eventi e degli artisti, ma nella voce di Giovanni c'era qualcosa che non mi convinceva del tutto. Il suo modo di parlare suggeriva che non fosse lui a organizzare tutto. Inoltre, non sapeva come rispondere a diverse domande. Così, ho deciso di passare il contatto del mio direttore artistico per quanto riguarda gli altri artisti.
Mi sono sincerato delle mie sensazioni, che inizialmente non erano del tutto positive. Proprio per evitare qualsiasi tipo di disguido, gli ho spiegato di aver messo tutto nero su bianco in un preventivo, come faccio abitualmente, e gli ho consigliato di fare lo stesso. Non che lui non lo avesse fatto a prescindere, ma ho voluto accertarmi che prestasse ancora più attenzione in questo caso.
Comunque li metto in contatto e, oltre ai miei spettacoli di magia, viene inserito anche uno spettacolo di burattini, uno di giocoleria e uno di fuoco, che verranno eseguiti in giornate differenti.
Nel frattempo ero in costante contatto con il mio direttore artistico, con cui mi confrontavo quotidianamente fino al primo giorno di spettacolo, in cui si sarebbe esibito il giocoliere. Ed è stato proprio in quell’occasione che tutte le mie sensazioni si sono confermate. L’esibizione è risultata 'estrema', nel senso che né la postazione, né il contesto, né l’organizzazione del parco permettevano in alcun modo l’esibizione di qualunque artista, a prescindere dalla disciplina.
La decisione di passare il contatto del mio direttore artistico a Giovanni si è rivelata la scelta giusta in quella circostanza. A quel punto non mi interessava più gestire personalmente l’evento o ottenere una percentuale su ogni artista: la priorità era fare una bella figura e non assumermi alcuna responsabilità per un evento che, fin dall’inizio, avevo intuito presentasse evidenti difficoltà logistiche.
Infatti, lo show del collega si è svolto tra due fast food, su un prato il cui terreno, naturalmente irregolare, non era affatto adatto a un giocoliere che esegue anche numeri di equilibrismo elemento fondamentale per la sua performance. A peggiorare la situazione, la musica del parco era eccessivamente alta, complicando ulteriormente lo svolgimento dello spettacolo.
Quando ho risentito il direttore artistico, mi ha raccontato tutto nei dettagli, rivelandomi inoltre che Giovanni era soltanto un tramite per un'agenzia di Roma. A quel punto ho capito perché, durante la nostra telefonata, non riusciva a rispondere in modo esaustivo alle mie domande.
Vorrei approfittare di queste righe per rivolgere un messaggio agli organizzatori: è importante spiegare fin da subito agli artisti come stanno realmente le cose, senza troppi giri di parole. Questo permette di risparmiare tempo a entrambe le parti e dà modo all’artista di comprendere immediatamente il contesto in cui andrà a lavorare.
Personalmente, mi sono reso conto che non era affatto fattibile far esibire degli artisti in quelle condizioni. Sentirmi dire che, per contratto, la musica del parco non poteva nemmeno essere abbassata leggermente per permettere lo svolgimento degli spettacoli mi è sembrato davvero assurdo.
Per questo motivo, qualche giorno fa ho sentito il bisogno di contattare direttamente l’organizzatore e comunicargli che, se le condizioni fossero rimaste invariate, il mio spettacolo non avrebbe avuto alcun senso. Ho quindi preferito annullare la mia partecipazione, per evitare situazioni imbarazzanti e non professionali.
Quando si vive questo mestiere da vicino, con il tempo si sviluppa un sesto senso molto affinato, che permette di intuire con largo anticipo il tipo di situazione che ci si troverà ad affrontare. Come ho ribadito più volte, sono profondamente innamorato della mia arte, e per nessun motivo al mondo accetto di eseguirla in contesti non idonei.
Dopo anni di esperienza, le persone iniziano a riconoscerti, e anche chi ancora non ti conosce, trovandosi per caso ad assistere a una tua esibizione in un contesto inadatto, si farebbe inevitabilmente un’idea sbagliata del tuo operato.
Preferisco di gran lunga rifiutare situazioni simili e preservare la mia identità e professionalità. Esattamente come un medico che, con onestà, espone i possibili rischi di una terapia o di un intervento, ho fatto lo stesso con Giovanni: gli ho spiegato chiaramente che, in quelle condizioni, eseguire uno show sarebbe stato un flop per entrambi, e non ne saremmo usciti certo con una bella figura.
Nei miei spettacoli, la priorità è sempre la perfetta riuscita dell’esibizione e il divertimento del pubblico. Se questi due elementi non possono essere garantiti, per cause di forza maggiore, preferisco rifiutare l’ingaggio. Il guadagno viene in secondo piano.
Ci tengo a ricordare che, per chi svolge questa professione con passione, il compenso è la ciliegina sulla torta, non l’obiettivo principale. La vera priorità è la soddisfazione collettiva: del pubblico e dell’organizzatore che ha affidato l’evento.
Questi valori mi permettono di essere sereno, prima di tutto con me stesso e poi con il cliente. Con la sincerità si può andare ovunque, senza mai risultare esuberanti o arroganti. Un professionista è tale anche e soprattutto quando sa dire di no, non quando accetta automaticamente qualsiasi richiesta.
Quali sono stati i segnali che mi hanno fatto sorgere dei dubbi riguardo a questo evento?
Principalmente due elementi.
Il primo: riguarda le evidenti difficoltà da parte dell’organizzatore nel fornire risposte chiare e complete non solo su aspetti logistici, ma anche su questioni fiscali fondamentali, come i dati necessari per la fatturazione.
Il secondo: elemento riguarda la gestione della programmazione: mi è stato riferito che sarebbe stata definita giorno per giorno. Di conseguenza, la locandina relativa al mio spettacolo, ad esempio, sarebbe stata pubblicata solo pochi giorni prima dell’evento.
In un contesto professionale, soprattutto per una manifestazione della durata di 14 giorni, è auspicabile che la programmazione sia pianificata e resa pubblica con largo anticipo, sia per una questione organizzativa che promozionale. Una comunicazione efficace e tempestiva è infatti fondamentale per garantire la buona riuscita dell’evento.
Ecco cosa ha realmente fatto scattare i campanelli d’allarme. Si tratta di una percezione che si sviluppa solo con una lunga esperienza nel settore, e che difficilmente può essere colta all'inizio della carriera. Nel corso del tempo, ho avuto l'opportunità di vivere il ruolo sia dell’artista che dell’organizzatore, e questa doppia prospettiva mi ha permesso di vedere entrambe le facce della medaglia, affinando ulteriormente il mio sesto senso.
Concludo questo articolo con la speranza che sia stato interessante e utile per il vostro percorso artistico e professionale. Vi ringrazio sinceramente per l'attenzione dedicata anche a quest’ultimo scritto e mi auguro che possa stimolare una riflessione profonda, spronandovi a sviluppare una filosofia di pensiero più consapevole. Ogni circostanza va valutata con il giusto peso e la giusta responsabilità.
Ricordate: ogni esibizione che completiamo deve lasciare un 'profumo' positivo, senza mai andare via con ripensamenti. Il nostro obiettivo è lasciare un ricordo indelebile nel cuore di chi ci ha ammirato.
Il pubblico ci dedica il suo tempo, e il tempo è l'unico bene che non possiamo restituire. Per questo, dobbiamo assicurarci che ogni momento speso con noi sia un investimento che arricchisce in qualche modo le loro vite. Ogni spettacolo deve trasmettere un messaggio, e ogni spettatore, anche se ci guarda solo per cinque minuti, deve sentirsi arricchito dall’esperienza. Questo è il vero rispetto per chi ci guarda e per il tempo che ci dedica.
*Il nome 'Giovanni' utilizzato nell'articolo è puramente fittizio, scelto per semplificare la scrittura e per tutelare la privacy del protagonista menzionato.
Vi saluto e vi ricordo che il nostro prossimo appuntamento è per sabato prossimo. Non mancate!
Con affetto e stima.
-KID-

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