Ispirazione o Imitazione? La Strada Verso un'Originalità Autentica


 "L'arte non è ciò che si copia, ma ciò che si crea con il cuore."

Cari lettori, ben ritrovati in questo nuovo articolo settimanale! Come sempre, sono entusiasta di condividere con voi le mie esperienze, opinioni e riflessioni.  


Oggi affronteremo un tema piuttosto delicato. Credo sia importante mettere nero su bianco argomenti stimolanti, anche se non sempre leggeri e piacevoli. Tuttavia, ritengo che anche articoli di questo tipo possano essere utilizzati a chi, come me, desidera intraprendere il percorso dell'artista. Come ho già sottolineato in precedenti occasioni, seguire la propria passione in modo professionale è tutt'altro che semplice. 


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Il fulcro di questo articolo è l'arte di trarre ispirazione da personaggi noti del mondo dello spettacolo per creare performance coinvolgenti e di successo. L'obiettivo è realizzare uno spettacolo che possa catturare l'attenzione del pubblico e risultare piacevole. 


Prima di proseguire con l'articolo, sento la necessità di fare una breve riflessione. Quando si crea uno spettacolo da zero, non è indispensabile implementare meccanismi complessi nei numeri che si intendono eseguire. In altre parole, non è necessario realizzare "atti" tecnicamente sofisticati. Se sei un prestigiatore come me, la tua abilità nel manipolare deve rimanere nascosta, a differenza di un giocoliere, ei tuoi movimenti devono apparire il più naturale possibile. Vorrei citare un importante messaggio di uno dei più grandi prestigiatori, Aldo Colombini, che disse: “Il pubblico paga un biglietto per qualcosa che non vedrà mai”.


Con questa citazione, credo di aver chiarito il concetto. Tornando al tema trattato nei paragrafi precedenti, voglio sottolineare che creare spettacoli non è affatto semplice; anzi, è un compito complesso. Non mi soffermerò ulteriormente su questo aspetto, poiché ne abbiamo già discusso ampiamente negli articoli precedenti.


Come si può creare uno spettacolo originale? Rispondere a questa domanda richiederebbe un intero manuale, ma cercherò di essere breve e conciso, condividendo la mia esperienza nelle prossime righe. 


Tutti noi abbiamo iniziato a fare spettacoli ispirandoci ad altri artisti. Potrei usare il termine "spunto", ma non sarebbe del tutto corretto, poiché all'inizio tendiamo a copiare qualcuno, sia nel modo di parlare, nel vestiario, sia nel set-up delle scenografie o degli attrezzi utilizzati. Questo lo considero un istinto "naturale": è praticamente impossibile mettere in scena uno spettacolo completamente originale senza aver "rubato" qualcosa a qualcun altro, a meno che l'artista non abbia un mentore che lo guidi, cosa piuttosto rara.


Quando, a nove anni, mi sono appassionato a questo mondo, ho avuto la fortuna di conoscere un grande amico già esperto nel campo dello spettacolo. Sin da subito, mi ha insegnato le basi, come i tempi comici e le battute. Tuttavia, essendo un amico, c'era un problema: non era severo con me e molti aspetti, come il vestiario e la costruzione dello spettacolo, venivano trascurati. Mi voleva bene e non esitava a farmi esibire, anzi, era orgoglioso dei miei progressi. Purtroppo, molti dettagli sono stati trascurati, e come sappiamo, sono proprio i dettagli a fare la differenza.


Col tempo, mi sono avvicinato a congressi e spettacoli di gala, assistendo a esibizioni di prestigiatori del calibro di Silvan, Raul Cremona, Arturo Brachetti e Luca Bono. Queste esperienze mi hanno permesso di comprendere come dovesse essere uno spettacolo e l'importanza di alcune scelte, come il vestiario, che doveva essere in armonia con la performance. Purtroppo, mi sono reso conto di questo un po' tardi, quando già molti mi avevano visto esibirmi. 


Fortunatamente, il pubblico mi ha "perdonato" grazie alla mia giovane età: avevo solo dodici anni quando ho iniziato e il mio compenso era altrettanto infantile. Questo grazie all'amico che mi ha sempre insegnato a rimanere umile ea riconoscere chi sono. In quel periodo, guadagnavo venticinque euro e avevo la sincerità di dire a chi mi contattava che ero un principiante. La mia onestà è stata sempre apprezzata, e spesso, a fine spettacolo, ricevevo un piccolo extra come riconoscimento. Racconto tutto questo senza vergogna, perché fa parte del mio percorso. Se voglio davvero aiutare qualcun altro, è fondamentale essere onesti e sinceri con chi legge queste parole. 


Ho voluto condividere un po' della mia storia per fornire un contesto all'intero articolo. Oggi, però, noto che i tempi sono cambiati: ogni giorno emergono nuovi artisti che si promuovono come professionisti, come se abbiano un'esperienza ventennale, ingannando così il mercato. 


Ciò che più fa ribrezzo è che questi individui sono brutte copie di artisti che hanno realmente cambiato il mondo dello spettacolo, cercando di emularli per ottenere risultati brillanti. Purtroppo, viviamo in una società "ignorante", dove, soprattutto nel sud Italia, le persone non sono abituate a trascorrere una serata con un artista. Quando decidono di ingaggiare qualcuno, lo fanno spesso ad occhi chiusi, senza conoscere la disciplina, affidandosi al primo contatto trovato online o raccomandato da qualcuno. Questo spiega perché alcuni personaggi continuano a prosperare nel mercato: gli ingaggi vengono effettuati da chi non ha realmente conoscenze artistiche. Ancora più grave è che si propongono a prezzi ridicoli, rovinando l'intero sistema economico e riducendo il margine di guadagno per i veri professionisti, che sostengono una regolare partita IVA e pagano le imposte. 


Ho visto artisti che non solo copiano l'impostazione di scena, ma addirittura il vestiario, le battute e interi atti di spettacoli. Mi chiedo: qual è il senso di coinvolgere questi individui? È come dire che adoro Vasco Rossi, ma non pago un biglietto per il suo concerto; preferisco andare a vedere una cover band al bar sotto casa.


Non si può affermare che sia la stessa cosa o che si provino le stesse emozioni, poiché sarebbe davvero grave sostenerlo. È come ingaggiare un artista che interpreta uno spettacolo non suo: chi sceglie tali personaggi sta letteralmente sprecando tempo e denaro, poiché si tratta di un inganno evidente.


Copiare chi si trova due gradini sopra di noi può essere utile fino a un certo punto, ma non è corretto fare un semplice copia e incolla nel nostro spettacolo. È fondamentale prendere spunto e cercare di rendere il materiale nostro, integrando la nostra personalità. Dobbiamo provare e riprovare finché non si adatta al nostro stile; altrimenti, non possiamo definirci artisti!


Essere unici in ciò che si fa deriva dalla costante ricerca dell'artista per rendere il proprio spettacolo il più originale possibile. In uno spettacolo c'è l'anima dell'artista, la sua storia e il suo amore. Se si sceglie di mettere in scena le emozioni di un altro artista, cosa rimane al pubblico? Solo il ricordo di qualcun altro visto magari in televisione. E il tuo ricordo dov'è? Come si può pretendere che il pubblico si ricordi di te se in scena c'è un'altra “persona”? 


Un tempo ero affascinato dal mitico Mago Forrest. Alla fine di uno dei miei spettacoli, una persona mi si avvicinò per "complimentarsi" e, stringendomi la mano, mi disse: "Sai chi mi ricordi? Mago Forrest." In quel momento, mi è crollato il mondo addosso, perché per me non era affatto un complimento; era come dire: "Sono venuto a vederti, ma ho trovato Forrest.”


Se mai vi dovesse capitare una situazione simile, è un chiaro campanello d'allarme: significa che il vostro spettacolo ha qualcosa che non funziona. Dovreste rimediare immediatamente, perché alla fine della serata la gente deve complimentarsi con voi. Non siete imitatori; Dovete essere voi stessi.

 

Soprattutto, cercate di dedicarvi a ciò per cui siete davvero appassionati, evitando di sconfinare in altre arti che non vi appartengono. Rischiereste di fare entrambe le cose con poca cura. Concentratevi su un'unica disciplina, puntando a eseguirla nel migliore dei modi, lasciando chi vi osserva senza parole. Quando sentirete: "Ho visto altri tuoi colleghi, ma come lo fai tu non l'ho mai visto fare", sappiate che è un bel complimento e indica che siete sulla strada giusta. Tuttavia, non cullatevi sugli allori: come ripeto spesso, c'è sempre spazio per migliorare e portare il vostro spettacolo a un livello superiore. 


Con questo, concludo. Spero che questo articolo sia stato interessante quanto i precedenti, anche se ammetto che possa essere stato un po' lungo. Spero comunque che sia stato chiaro e che il messaggio che volevo trasmettervi sia arrivato correttamente.


Vi saluto e vi do appuntamento, come di consueto, a sabato prossimo.


Con stima e affetto,


-KID-

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